Matilde De Angeli portá leonardo a essere quasi un capolavoro

Due bellissimi episodi

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Titolo Leonardo

Regia  Daniel Percival

Interpreti Matilde De Angelis Giancarlo Giannini

Distribuzione Rai

Voto A

Poche personalità sono state così enigmatiche geniali e se vogliamo anche poco consociate tranne che per le sue opere come Leonardo da Vinci. Il merito in questa bellissima e elegantissima produzione della RAI di Daniel Percival e soprattutto del bravo Aidan Turner che interpreta un Leonardo da vinci molto diverso da quello che abbiamo visto in “da vinci Demon” o nei “medici”. Lo vediamo in tutto quello che è un ‘elegante analessi durante le interrogazioni a quei è sottoposto dal podestà di Milano Stefano Giradli un rigido è inquisitorio Freddie Highmore molto adatto alla parte quando è un artista affermano ma veniamo poi riportati  alla formazione fiorentina . Qui Aidan Turner presenta un giovane impacciato diverso dagli altri apprendisti di Verrocchio più grande degli altri con i capelli molto più lunghi e i vestiti molto più curati. Oltre allo studio abbiamo una caratteristica che lo fa molto simile a Greger il protagonista dell’Anatra selvatica di Henrik Ibsen una persona che vuole sempre e comunque a ogni costo dire la verità. Questo lo mette in cattiva luce con Caterina sulla quale ritornerò ma anche con gli altri da Verdicchio ma anche soprattutto nei confronti delle autorità . Lo si vede anche con un coetaneo lo spigliato e androgeno Jacopo Saltarelli interpretato da Kit Clarke un quasi antenato di Achille Lauro che lo circuisce in maniera semplicissima proprio in virtù del fatto che è più spigliato. In queste composizioni si vede chiaramente lo specchio dell’arcobaleno che è tipico della pittura di Leonardo. Il lavoro del direttore della fotografia Steve Lawes è eccellente e vuole soprattutto presentare qualcosa di moderno elegante ma legato alla tradizione allo studio della figura umana e in questo caso alcuni termine per così dire gay saltano fuori in maniera straordinariamente fine. Le altri autorità sono in primis il padre Pietro di Vinci un Robin Renucci particolarmente convincente. Non è solo un uomo duro e anaffettivo ma anche una persona e qui il linguaggio delle scene gioca con campi lunghi che fanno notare più di ogni altra cosa che si tratta  di una scena di tutti i giorni come il rapporto con il primo committente Amerigo Bicci che è nell’interpretazione di Sergio Albelli la parte fiorentina bizzarra ma anche molto concreta. Questo membro secondario della famiglia Medici potente e soprattutto molto più chiede qualcosa  concreto ovvero un ritratto della figlia. Da notare che con questa donna interessante raffinata e colta Ginevra intercetta con grazia e naturalezza da Poppy Gilberg Leonardo sembra più a suo agio. Ma precisamente coem nell’adorazione dei magi non dá quello che vuole. Gli stessi complessi d’inferiorità si vedono nei confronti dell’uomo potente e prepotente ovvero niente poco di meno che Ludovico Sforza interpretato benissimo da James D'Arcy. È un uomo duro sicuro di se che pavoneggia un sapere. In questo è simile a Vedricchio che guida con il pugno di ferro la sua bottega il ruolo nobilitato da Giancarlo Giannini. Non sono io a scoprire la naturalezza, il carisma e l’essere sia un po’ ruvido che molto sincero dell’attore nato a Spezia ma toscano però qui si supera. Verdicchio e chi capisce il genio che cerca di adularlo vedi come riesce prima a sfruttare le sue conoscenze nell’insalzamento della croce ma poi lo respinge. Questo non per un perbenismo ma per un incarico di tipo pratico che il pittore verrá sempre e solo ricordato solo citando il nome di leoanrdo. Verdicco coem pietro sa anche essere consolatorio ma più furbo ipocrita pieno di secondi fini è introduce alcune delle tematiche filosofiche. Raramente scrivo sugli autori ma la sceneggiatura Gabbie Asher, Frank Spotnitz e Steve Thompsson riesce e a essere molto convincente perché in scene funzionali alla storia normali e piene di una certa quotidianità reisce a fare scoprire alcuni temi come quello del colore e della luce. Chi sta vicino a Leonardo ma non lo apprezza come amico anzi lo odia ma lo ammira ancora di più di Verrocchio è Tommaso Masini interpretato molto bene da Alessandro Sperduti. Non è un ruolo facile e neanche un ruolo simpatico e Sperduti non mi era piaciuto o meglio non lo avevo trovato irresistibile come Pietro il gottoso ma qui abbiamo un giovane forte , carismatico simpatico e anche abbastanza bravo ma inutile. Le sue reazioni sono deprecabili ma profondamente umano e solo lui capisce a pieno la potenzialità del realismo Leonardo. Un realismo basato quasi su una forma di ricerca pedante ai limiti dell’autismo che fa di Leonardo la persona in grado di osservare  e mettere sulla tela la psicologia e l’animo come quello di Caterina da Cremona che è interpreta dalla stupenda Mantide De Angelis. La De Angelis bolognese e padana ricorda moltissime delle attrici del nord Italia da Lea Massari a Carla Gravina con anche un pizzico della Duse e di Isabella Andreini comica dall’arte. Sicura spigliata naturale e raffinata fa in modo che rimaniamo sia conquisati che ammaliati. Le scene con una casa che non è alla fine un tugurio sono bellissime e ricordano molte delle composizioni dell’annunciazione e abbiamo sia un rapporto comico quando lui la rifiuta (forse anche per paura di mettere al mondo un altro bastardo 9 e pii la risegue . Il rapporto di complicità che si instaura tra Caterina e Ginevra è bellissimo con il pasaggio del libro di Ovidio e la stupenda scena dell nibbio. Se Loenardo mette in luce l’animo di Caterina che è molto sciupato anche lei mette in luce quello di Leonardo pieno di una certa timidezza pieno di paura e la immagina come quel messaggero alato di una nostalgia una melanconia. I due potrebbero essere felici ma non lo sono perché vedo i problemi di uno per l’atro. Due ottimi episodi di una serie che conferma la forza della RAI che non +e seconda a nessuno nella produzioni di grandi affreschi storici.

Robert Fogelberg Rota

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