Film Catalano

Una casa da incubo

La casa in fiamme

Regia: Dani de la Orden
Interpreti: Enric Auquer
Distribuzione: Circuito Genova Cinema
Voto: A

Dani de la Orden, anche con una buona dose di cinismo, grazie alla bellissima fotografia di Pepe Gay de Liébana e al montaggio perfetto di Alberto Gutiérrez — che alterna con grande equilibrio i vari ambienti: il decadente appartamento della nonna a Barcellona, la lussuosa casa di campagna sulla costa catalana, il mare e il cielo — realizza un’opera matura, completa e molto interessante.
Un film che, a poco a poco, ci conduce dentro una situazione familiare complessa, mostrando quasi tutto: melodramma, thriller, teatro da camera, con echi che ricordano perfino i grandi letterati scandinavi.

Delusa dalla vita e gravata da segreti pesantissimi, Montse — interpretata con grande maestria da Emma Vilarasau — decide di vendere la casa di campagna, ma questo è solo un pretesto. Da buona borghese catalana, appartenente alla parte più moderna e imprenditoriale della Spagna, vuole in realtà salvare a tutti i costi la sua famiglia.
Il problema è che questa famiglia non ha la minima intenzione di farsi salvare, perché è ormai corrosa da ogni lato.

La figlia Júlia, una bravissima Maria Rodríguez Soto, è piena di problemi, con un marito troppo remissivo, il povero Toni — interpretato con misura da Jose Pérez-Ocaña — e due figlie pestifere, Zoé Millán e Niel Millán. A completare il quadro c’è un amante disgraziatamente troppo giovane, Riccardo, intrappolato nel ruolo da Filippo Contri.

Madre e figlia sono legate, ma vivono una relazione complicata, sotto il segno dell’invidia: la figlia gelosa della personalità dominante della madre, la madre incapace di non voler sempre dimostrare qualcosa.

Lo stesso si riflette nella relazione con l’ex marito, Charles — immobiliarista e notaio — interpretato da Alberto San Juan, ora insieme alla psicologa Blanca, una bravissima Clara Segura, praticamente il doppio della sua ex moglie: autoritaria, determinata, ossessionata dalla verità, al punto da ricordare Helga ne L’anatra selvatica di Ibsen.
Una ricerca della verità che perseguita anche Montse, soprattutto nei confronti dell’artista di famiglia: il cantautore, per giunta molto sdolcinato, David, interpretato benissimo da Enric Auquer.
È lui il vero mattatore del film, capace di essere distrutto e soprattutto umiliato non solo dalla madre e dalla psicologa, ma anche dalla fidanzatina Marta, una viperina Macarena García, che lo smonta pezzo dopo pezzo.

Il problema — in questo dramma soffuso, sospeso, che sfiora spesso il melodramma — è che talvolta risulta troppo violento, ma al tempo stesso troppo consolatorio.
Rimane comunque un ottimo film.

Robert Fogelberg Rota