Gigi Proietti

Gigi Proietti ciao Shakespeare  politico livoroso

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Quest’ articolo e per me molto complicato e non sarà bellissimo perché lo scrivo per due persone il grandissimo Gigi Proietti ma anche per mio papà che è morto a seguito del COVID 19 il 27 di settembre. Recisamente come proietti anche mio papà è sposato con una svedese , matrimonio o convivenza e lo stesso. Tutti e due hanno avuto due belle vite e ricordo come vedemmo insieme all’inizio di questa pandemia “Febbre da cavallo “ un grande piccolo capolavoro per la regia di Steno e oggi quando penso a loro due ho sempre in mente la bellissima colona sonora. Purtroppo sono un mezzo fallito come attore e regista e ho due grossi rimpianti di non aver fatto vedere San Pietroburgo a mio papà e di non avere visto Gigi Proietti a teatro (anche se vidi un video in casa di uno dei miei maestri Arnaldo Momo sul Casanova) soprattutto nella sua bellissima interpretazione di Cyrano con la coreografia di Tito Tomassini  questo mi focalizzerò sulle alcune delle sue interpretazioni cinematografiche   sempre di alto livello e le paragonerò con il globe theatre. Questa struttura è bellissima e spero di riuscì a lavorare una volta . Il teatro elisabettiano e un qualcosa di irripetibile dove contro ogni fanatismo religioso poeti di formazione classica presentavano in mezzo a tutte le passioni e le brutture dell’epoca opere irripetibili. Un miscuglio di alto e di basso .Il cinema ben presto segui la strada del teatro borghese e anche la televisione e volenti o nolenti il vero teatro elisabettiano sono oggi i social media. Proietti ha portato al cinema un ruolo che era fondamentale quello del clown elisabettiano attore colto e sapiente che riusciva a far ridere a far riflettere si consideri l’esempio del becchino in Amleto. Due dei due ruoli più divertenti sono il dannato pazzo estraniato con alcune sfumature di tipo espressionista in “Brancaleone alle crociate” con il ruolo dell’eremita. Il film sicuramente divertente bello e sensuale non riesce però a presentare un gioco sulla giocosità del periodo medievale. Ben diversa è l’interpretazione a fianco di Vittorio Gassman nel film di Altman dove fa il ruolo dell’italiano truzzo ma simpatico infingardo . Un ruolo bellissimo che prepara giusto a febbre da cavallo dove personaggi antichi si trovano in una situazione nuova moderna quella del precariato. Il ruolo di Proietti è il più umano e ricorda moltissimo quella che diventerà non la scelta ma la necessità di molti. Un altro film importantissimo e la tosca di Luigi Magni dove finalmente senza le stupende musiche di Gioacchino Puccini dove si restituisce la passione e l’umanità a questi personaggi. Nel film stupisce l’estrema timidezza il quasi disagio del Cavoradossi sia nei confronti di Scarpia che in quegli di Tosca che sono Alessandro Gassman e Monica Zitti. Un film che regala ironia e grandi emozioni. Il formato televisivo fu bellissimo per Proietti con la possibilità di dare di conoscere e soprattutto di intrattenere molte persone. Particolarmente bello fu per la regia di Manfredi “nel nome dell’ultimo papà re” è forse la brutta coppia del film di Luigi Magni ma mentre Nono Manfredi presenta un cardinale d’assalto pieno di una bile di un ironia spesso amara direi sarcastica nel confronto di tutti il ruolo di Proietti è più vivo più umano e anche pieno di una notevole ironia e distanza di un’eleganza notevole. Può sembrare strano nella carriera di Proietti che non presentò mai la commedia dell’arte e Goldoni ma fece un ruolo con classe e eleganza tipica di Goldoni nel truccatissimo Mangiafuoco dello stupendo “Pinocchio” di Matteo Garrone. Una lezione di recitazione di vita come “preferisco il paradiso “ di di Giacomo Campiotti dove presentò il santo buono del popolo e dei bambini San Filippo neri in maniera impeccabili. Dispaice di non averlo visto a teatro e spero che lassù lui e mio papà diventeranno buoni amici

Robert Fogelberg Rota