la wertmule

La morte di una grande regista

Linda Wertmûller attiva fino in fondo ha rappresentato con Lilliana Cavani un certo cinema tipicamente italiano dove sia la cultura popolare che quella colta si mischiavano con risultati per lo più stupefacenti. Linda Wertmüller imparentata con alcuni delle più importnati figure della pittura del 1700 nasce da famiglia svizzera ma trapianatata Potenza e Bari ben 90 anni fa. Ben presto stanca di quella che comportava  la vita borghese inizia a esplorare cercare di capire il maschio del Sud. In ambito cinematogrfaico Questo dopo essersi fatta parecchia gavetta con Federico Fellini. Se Felini era un visionario grotesco la visione della Wertmüller é diversa perché parte da un’ altra idea quella della realtá raccontata in maniera naturalista ma anche visionaria dove tutto é possibile. Questo si vede in una storia d’amore bellissima e improbabile come “Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto” dove nel 1974 riesce a fare recitare il gioco di coppia uomo e donna a due grandi attori Giancarlo Giannini uno degli intepreti italiani piú famosi del metodo d’immersione totale dell’attore chiamato anche metodo Stanislavski e Mariangela Melato Signora del teatro italiano. Il film che ci lascia l’amaro in bocca é una versione tragi comica e anche molto amara della tragedia borghese di August Strindberg “La contessina Giulia”. Dove l’autore svedese titano nell’uso della lingua aveva utilizzato con notevole acume quello che potremo definire come lo spirito elegante della societá della fine del 1800 Linda Wermüller presenta una volgaritá che é tipica di un certo Novecento e che esploderá nel 2000. Ridiamo ma il riso ci resta in gola per un semplice fatto questa volgaritá é anche la nostra, sono i nostri difetti una mschera della nostra insicurezza. Lo si vede anche bene in un ‘altra opera che secondo me é perfettamente riuscitá “Mimì metallurgico ferito nell'onore” dove quello che definiamo come lo slaptish la comicitá fisica diviene sia esilerante che anarchica ma molto ben riuscitá. Le stesse  tematiche che si vedono nel primo film secondo me veramente straordinario  ” I basilischi” dove nel 1963 senza quelle che sono connotazioni di tipo antropologico ma anche una certa dose di disprezzo descrive la provincia meridionale più chiusa ma anche vitale solare con personaggi divertentissimi. Questo quando il Meridione era visto dai più come un mondo strano a parte chiuso e arcaico. Ricordiamo i mutandoni dei protagonisti di “Rocco e i Suoi fratelli “ di Lucchino Visconti oppura la satira per alcuni versi anche odiosa che Murgia e Mario Moniccelli  facevano dell’uomo meridionale in “I solti ignoti”. Linda Wertmüller prende due cose da questi registi la propenzione all’indagine sociologica del milanese e l’ironia la sagagità del toscanaccio. Questo senza la dose di misantropia e di odio tipico dei due forse più illustri colleghi . Comunque il film più bello di tutti resta “Pasqualino sette bellezze” del 1975 dove un Pulcinella detito alla delinquenza si ritrova nell’orrore del campo di sterminio. Il film venne criticato soprattutto da una vecchia guardia di critici come Antisarco una delle migliori penne italiane per essere facilone volgare e abbastanza stupido un giudizio dato anche da un ‘incomprensione di base sulla forza e sulle capacità dell’autrice la sua padronaza di una tecnica “classica” del cienma stravolta e per aver presentato personaggi veri anche meschini forse ma lontani da stereotipi. I tempi  il 1975 era troppo presto per un film di questa portata su questi argomenti e non ci fu quello che si poteva giustamente sperare un premio e l’Oscara arrivò riparatorio alla carriera. Purtroppo Linda Wertmüller divenne anche con il suo look da Mae West intelettuale gli occhialoni un ‘icona dell’Italia del sucesso come l’Avvocato Agneli e venne presto ecclisata da quello che aveva cercato piú o meno di combattere di cercare e analizzare il maschilismo e questo fu anche il problema della sua ultima opera peperoni ripieni e pesci in faccia dove per me Sofia Loren dà il massimo con F. Murray Abraham in un ruolo molto convincente

Robert Fogelberg Rota