Un Maestro e Margarita politrico o forse no
Preferisco una vacanza in Crimea che le braccia di una dea
Titolo Il maestro Margherita
Regia Michael Lockshin
Interpreti Cales Bancg Yulia Sirgil
Distribuzione circuito Genova
Voto A
Pochi classici si prestano a essere intesi e fraintesi come l’opera di Bulkanov – mi devi perdonare lettore non darò nessuna notizia sulla storia e mi limiterá a analizzare gli interpreti e poi il ruolo politico di questi- hanno nel nostro immaginario un posto come il maestro e margherita e la versione di Michael Lockshin del 2021 che resta in molto un bel esempio della filmografia della federazione russa che parte sempre da un utilizzo di grandi mezzi tecnici una fotografia stupenda da parte....e un montaggio moderno eccessivo perineo di un ritmo a volte frenetico e ritmico che fonde diversi piani sequenza nella migliore tradizione del cinema sovietico e penso a due opere che sono Aletta tetaro majerhoald puro ma anche l’uomo con la macchina da presa di Zhertof e il presentare sempre e comunque di quello che fu un avanguardia alla quale bulkokov apaprtiene.- tutto questo quando la figura principale più importante resta quella di Margehrita la stupenda Julija Snigir': che fa un interpretazione prettamente stanislaskjiana di un realismo interiore. Bellissima donna complicata sofferente che prima salva l’amato e poi tratta con il male assoluto ; lei cerca sempre e comunque di essere fedele a se stessa sposata a uno spaventoso arnese di partito un costruttore di questa nuova Mosca che é già spetrale simile e quella della propaganda ma anche a molte città moderne. A poco a poco margherita acquista consapevolezza in una relazione da romanzo ottocentesco con un uomo debole e si trasforma in un personaggio mitico i una specie di Dea simile all’assira Usurd oppure alle tante figure della tradizione mediorientale in scene splendide da un punto di vista visivo dove con il chiaro scuro i tagli di luce si. Fondono con il giuoco elettronico. Sono anche le scene dove trionfa il gatto che é uno speldito e terribile felino che tiene testa al NKVD che potrebbe ricordare ol GLUF oppure la FSB da fuoco al gas come la catastrofe che distrusse il baltico voluta solo d aMetz ma anche riesce a distruggere totalmente un illusione. Il gatto interagisce poco con la margherita o Margot strega ma tantissimo con l’amante che ´+e il caro maestro interpretato da Evgenij C'īgardovič che per me fa in modo che questo film non sia un capolavoro ma solo un ottimo film visto le sue limitazioni. Si tratta di un individuo debole insicuro che all’inizio gioca ancora più dei burocrati a fare il prepotente il trattamento datto alla fame fatale bionda decisa e valchirica é schifoso come anche i suoi atteggiamenti di superiorità intellettuale e fisica nei confronti del povero Aloizij che ha un interpretazione più interiorizzata anche se clownesca Aleksandr Yatsenko. Qui abbiamo oltre che nella fotografia e nell’eredità del cerchio la qualità fondamentale del film la costruzione del nuovo uomo sovietico che però resta come dirá Woltar sempre uguale se stesso. Aloizij potrebbe anche essere non solo un approfittatore che vuole cercare la mansarda il villino quasi lituano del maestro ma forse un agente che cerca di metterlo in guardia raccontandoli del cinema di cui non sappiamo niente. Lo stesso vale per il barone... che collabora per NKVD e anche per diversi altri personaggi il critico pedante e inquisitorio ma che sembra un capitalista occidentale al quale Margherita distrugge l’appartamento all’inizio oppure il direttore del teatro che presenta uno show busnies veramente divertente al commissario che vuole i vestiti da donna e che mi permette di trattare del migliore interprete che é il diavolo il maligno ovvero Woldar un bravissimo August Diehl sul quale dovrei dedicare un intero saggio. Bello tenebroso sicuro di se sempre a suo agio anche se poi smaschera alcune utopie ovvero l’uomo nuovo comunista ma anche capitalista é assoluto planetario simile a tutto e tutti quel male che c’é sempre stato e sempre ci sarà. Per me lui é il vero spirito di Bulkakov la vera critica che parte da un discosto per tutto modernità visione del mondo che viene sempre e comunque colpita. Per quando gustosa dopo lo spettacolo teatrale la scena della boutique rappresenta con le donne sovietiche trasformate in dive franco hollywoodiane e il soldi per tutti rendono il senso dell’opera. Attenzione questa critica e anche una critica alla modernità alla sete della soddisfazione e a tutti gli effetti é una critica quasi buddista perché la vogki adella soddisfazione porta solo infelicità. C’é un solo personaggio che la combatte il poeta che urla prega si dispera attacca e ama e vuole anche sfidare il diavolo. Soprattutto con i suoi ricci che poi vengono tosati nel manicomio è bravissimo e coraggioso sempre pronto a urlare e farsi manipolare. D notare che la sua battuta sulla Crimea che può essere sia una battuta di tipo ucraino nazionalista o anche russo nazionalista preferisco la crimea alla braccia di una dea anche lui viene punito con la detenzione nella clinica psciciatrica del professor Stravinsky. Il personaggio odioso senza nessun tipo di umanità e solo una facciata e la critica alla scinza salvata solo dalla vecchia anima russa l’infermiera. Stranamente l’ottimo Michael Lockshin decide di mettere anche in scena il pezzo dedicato a Ponzio Pilato utilizzando uno dei migliori attori non solo europei ma tuotu court Claes Bang che rappresenta i un latino perfetto un uomo stanzio spresato in corazza sempre convinto che quello che fa é totalmente sbagliato. Forte e debole tutto sembra chiuso ancora nonostante la potente luce mediterranea totalmente didascalica e ferma all’illustrazione ma questo anche volutamente . Per me diventa il simbolo di un Occidente che a differenza di Woldar vuole fare il bene ma opera sempre il male. Una grossa qualità. La domanda centrale é come mai il film non é stato presentato quando era da presentare ovvero dopo l’attacco all’Ucraina come mai non é piaciuto per niente all’etasblsmant russo. Logicamente quello ucraino non può nel suo amore incondizionato per l’Occidente e il Nord mare Bulkakov mentre quello russo vede una continuità che non è per me la continuità di tipo imperiale. La storia russa soprattutto dopo la rivoluzione che colpì tutte le repubbliche oltre che numerosi stati é una storia di affrancamento che a poco si sviluppa ma molti problemi restano e questo si vede nei personaggio e molti dubbi sono bene presenti in un ‘opera per me bellissima e molto interessante
Robert Fogelberg Rota