lautaro Martinez signiori un goal che forse vale lo scudetto

Quando la VAR serve (purtroppo) a rovinare il calcio

Atalanta–Inter è una partita che, a parte Marotta — probabilmente l’unica vera persona che capisce di calcio in Europa tra i personaggi famosi — e Chivu, vera e propria rivelazione del campionato, non serve a nessuno e riesce solo a far arrabbiare tutti.

La partita finisce 1–0 per l’Inter, ma il risultato non racconta nulla di utile. I migliori dell’Atalanta sono Carnesecchi e soprattutto Hien, un giocatore che ricorda i migliori stopper italiani. Questo esito non serve a nessuno: mette pressione sulle squadre che giocano davvero bene, ovvero la Roma e soprattutto il Napoli, e affossa l’Atalanta, che può solo sperare — per non sparire del tutto dal calcio che conta — in una vittoria alquanto improbabile, in Coppa Italia o, ancora peggio, in Champions League.

La partita sarebbe dovuta finire 2–2, con altre tre reti splendide di Thuram, De Ketelaere e Scamacca, anche se tutti i gol, al limite del regolamento, sono stati annullati: decisioni corrette dal punto di vista arbitrale, ma negative per lo spettacolo.

Si aggiungono le parate decisive di Carnesecchi, un gol sbagliato da Perisic e uno da Barella. Ne è uscita una partita comunque spettacolare, che avrebbe potuto esserlo ancora di più senza la VAR, dando al pubblico ciò che vuole: i gol, le giocate ad effetto, le aperture di gioco. Tutte cose che ci sono state, ma che non fanno testo quando si resta prigionieri della logica dei pochi gol.

Per me, questa logica ha rovinato una partita che poteva e doveva essere migliore, offrire ancora più spettacolo e dare al pubblico ciò che davvero cerca.

Questo, come il risultato della qualificazione, il malaugurato esito di Bruges–Atalanta e la totale inefficienza del Napoli nelle coppe europee, racconta un momento difficile del nostro calcio. Speriamo in due miracoli da Fiorentina e Atalanta e in un buon Mondiale.

Robert Fogelberg Rota